21/07/2005 Texte

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Iraq : Spettro GSPC diettro sequestro diplomatici Algeria

Potrebbero Chiedere Liberazione Emiro detenuto in Algeria

(ANSA) – ALGERI, 21 LUG – ‘’Finche’ non ci sarà una rivendicazione non e’ opportuno avanzare ipotesi’’ sugli autori del sequestro a Bagdad dell’incaricato d’affari algerino Ali Belaroussi e del diplomatico algerino Azzedine Belkadi, ammonisce prudentemente il ministero degli esteri ad Algeri rifiutando di fare commenti.

Ma le ragioni del sequestro, secondo parecchie fonti, soprattutto tra i giornalisti dei giornali privati interpellati dall’Ansa, sono da ricercare nella lotta al terrorismo di cui l’Algeria si proclama con orgoglio ‘’pioniera’’ e nella stretta cooperazione con gli Stati Uniti per debellarlo, oltre che nell’appoggio di Algeri al nuovo governo iracheno. E spunta anche lo spettro del Gspc algerino, il Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento molto attivo in Iraq.

Si orienta in tali direzioni, tra gli altri, Antoine Basbous, direttore dell’Osservatorio dei paesi arabi e autore di numerosi libri sul radicalismo islamico pubblicati anche in Italia. Il sequestro dei due diplomatici algerini, dice all’Ansa che lo ha raggiunto per telefono, fa certamente parte ‘’della campagna punitiva avviata da qualche giorno in Iraq contro tutte le diplomazie, anche arabe e musulmane, che appoggiano il nuovo corso nel paese e il nuovo governo. Dall’inizio del mese il capo della missione diplomatica egiziana e’ stato assassinato, quello del Bahrein e’ stato ferito in un tentativo di sequestro, il convoglio dell’ambasciatore del Pakistan e’ stato attaccato, la macchina dell’ambasciatore russo crivellata di proiettili. Inoltre non bisogna dimenticare che l’Algeria presiede attualmente la Lega araba’’.

Ma Basbous non esclude che ci sia lo zampino del Gspc algerino, nato nel 1998 da una scissione del Gia (gruppi integralisti armati responsabili delle stragi degli anni ’90 che hanno fatto oltre 200mila vittime) proprio su suggerimento di Osama bin Laden con il quale i suoi capi algerini si sono apertamente schierati. Il Gspc, dice, ‘’ha notoriamente stretto alleanza’’ con Abu Musab Al Zarkawi, la ‘mente’ di Al Qaida in Iraq, ‘’dove e’ accertato che decine e decine di moujaheddin algerini stanno combattendo la jihad al suo fianco cosi’ come e’ sicuro che almeno il 20% dei kamikaze che si fanno esplodere negli attentati che stanno facendo strage in Iraq provengono proprio dalle file del Gspc algerino’’. Secondo Basbous, si tratta di militanti fuggiti dall’Algeria quando la morsa delle forze dell’ordine si e’ fatta insostenibile, parecchi dei quali (decine di migliaia secondo le sue fonti in Algeria) si sono rifugiati alla fine degli anni ’90 in Siria (grazie all’assenza di visto d’ingresso per gli arabi) da dove entrano facilmente in Iraq.

Con l’aiuto di Al Zarkawi, il Gspc potrebbe sfruttare l’arma del sequestro ormai in voga in Iraq per esigere in cambio della liberazione dei due diplomatici algerini la consegna dell’emiro Amari Saifi detto Abderrazak el Parà, il capo della cellula che rapi’ 32 turisti occidentali nel deserto del Sahara, nel 2003, recentemente condannato all’ergastolo in Algeria. dove e’ detenuto in luogo tenuto cosi’ segreto che circolano illazioni sulla sua reale presenza nelle carceri del paese. El Parà, per mesi in mano ad un gruppo ciadiano d’opposizione nel deserto del Teneré, fu recuperato in circostanze misteriose dalla Libia che in ottobre lo ha consegnato alle autorità algerine, ma non e’ neppure comparso al processo in cui gli e’ stato comminato l’ergastolo, a fine giugno. Si dice che sia sottoposto a ‘’rigorosi’’ interrogatori destinati a scoprire i legami del Gspc con Al Qaida e Al Zarkawi, e sulla ‘’rete regionale’’ che si sta allargando agli estremisti di Tunisia, Niger, Mali, Mauritania, dove recentemente un attacco ad una caserma nel nord del paese attribuito al Gspc ha fatto almeno 15 morti tra i militari mauritani.

Qualcuno, ad Algeri, avanza persino l’ipotesi che sia già deceduto. Quel che e’ certo, secondo Basbous, ‘’e’ che il Gspc ha esportato la sua guerra perche’ ha perso quella in Algeria dove, anche se continua a fare danni’’, con attentati quasi quotidiani contro i militari e le forze dell’ordine, ‘’non potrà mai controllare il potere’’. Percio’ ora tenta di attaccare da fuori il paese maghrebino, il cui presidente Abdelaziz Bouteflika non perde occasione per rivendicare il ruolo ‘’pioniere’’ nella lotta contro il terrorismo internazionale a fianco degli Stati Uniti. (ANSA).

OBSERVATOIRE DES PAYS ARABES
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